Con il mese di dicembre arrivano anche le birre di Natale: e quest’anno se ne conta una di nuova sotto l’albero, la Lugh del Birrificio Foràn.
La prima cosa che personalmente mi ha incuriosita è stato il nome: “Volevo qualcosa che richiamasse il periodo di fine anno – ha spiegato il birraio, Ivano Mondini –; ma allo stesso tempo evitare riferimenti espliciti al Natale o al Capodanno, perché già esistono un sacco di birre con nomi così. Ho pensato allora che il Natale si festeggia in quei giorni perché già popolazioni pre-cristiane, e in particolare i Celti, usavano celebrare il fatto che le giornate tornano ad allungarsi dopo il solstizio d’inverno: e appunto una divinità celtica è Lugh, associato al sole”.
Detto ciò, va ricordato che il Birrificio Foràn, che ha aperto a novembre 2019, si misura per la prima volta con quello che non è di fatto uno stile, ma piuttosto un’intenzione insita nel pensare una ricetta – quella di essere appunto bevuta per le feste, nella stagione fredda, e in occasioni conviviali (vabbè, quest’anno ridotte, ma ciò non implica che non si possa brindare alla reciproca salute); e ha scelto di farlo mettendo insieme la tradizione di speziare le birre natalizie con il filone delle Honey Ale.Si tratta infatti appunto di una ale con miele di castagno, fornito da
un produttore locale; che all’aroma risalta subito in forze, con i suoi
toni tra il dolce e il balsamico. A questo si accompagnano i profumi
della cannella e delle bucce di limone, ben amalgamati nell’insieme.
Al palato continua a predominare il filone dolce – complice biscottato-caramellato del malto Vienna, che conferisce anche il caratteristico colore – prima di far risaltare nuovamente la speziatura sul finale. Un corpo caldo ma al tempo stesso snello, tanto da risultare di facile beva e non far supporre gli otto gradi alcolici.
Va detto che, se fossimo ad un corso di degustazione, userei questa birra per far capire l'importanza della corretta temperatura di servizio. Se bevuta appena tolta dal frigo, risulta infatti del tutto monocorde sui temi del dolce del miele, con una lunga persistenza, che risulta finanche stucchevole; mentre alla temperatura corretta, ossia non meno di 10-12 gradi, emerge il caratteristico taglio amaro-balsamico dato dal miele di castagno che va a chiudere la bevuta (per quanto rimanga comunque una birra decisamente dolce nell'insieme), e che si intuisce essere nelle intenzioni di chi ha creato la ricetta. Insomma, uno di quei casi da manuale in cui è evidente come la temperatura sbagliata arrivi anche a snaturare del tutto una birra.
Da segnalare, tra le novità - anche se meno novità, in quanto in commercio già dal qualche mese - di Foràn, la Ipa "Hops my passion": un esempio fondamentalmente semplice dello stile, incentrato sugli aromi tra il floreale e l'agrumato intensi ma non volti a stupire, corpo fresco nonostante i toni biscottati sullo sfondo - anche qui non si intuirebbero gli oltre sei gradi alcolici - e taglio amaro finale netto, citrico e non troppo persistente.
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