mercoledì 20 febbraio 2019

Una giornata a Beer Attraction, parte prima

Si sa, per visitare in maniera davvero completa Beer Attraction - che ha avuto nel 2019 circa 600 espositori, tra birrifici e altre aziende del settore - non basterebbero i quattro giorni della kermesse; figuriamoci se, come mi sono trovata costretta a fare per motivi familiari, se ne può dedicare soltanto uno. Ciò non toglie che anche quest'anno si sia trattato di un'esperienza comunque interessante, che mi ha permesso di conoscere alcuni prodotti interessanti e progetti innovativi portati avanti dai birrifici.

Partiamo dal foggiano Rebeers, il cui mastro birraio Michele Solimando - forte della sua esperienza di agronomo e tecnologo alimentare nel settore della pasta - ha lanciato la "Fovea Revolution". Non è solo il nome di una birra (battezzata dell'antico nome di Foggia, Fovea, e da quello delle fovee, le fosse granarie) ma di un progetto più ampio che coinvolge i locali produttori di grano duro. La birra infatti è prodotta con malto di grano duro di Capitanata, maltato direttamente dal birrificio stesso - non essendo disponibile sul mercato. L'idea di Michele è di arrivare gradualmente ad una gamma completa di birre che, a seconda degli stili, comprendano una percentuale più o meno alta di malto di grano duro: quella presentata a Beer Attraction e che ho assaggiato è la birra di lancio e arriva al 100%. Si tratta di una birra di frumento naturalmente sui generis, dalla peculiare acidità fresca del cereale in cui si coglie anche una leggera nota agrumata; coglibile, ma non dominante, la speziatura tipica del lievito weizen e french saison - utilizzati in successione. Interessante assaggiarla sia con che senza lievito: se nella prima versione in bocca rimane la pienezza fresca del frumento prima di un finale fresco ed acidulo, senza persistenze amare, nel secondo caso i toni speziati la fanno più da padrone, generando un connubio assai peculiare. Nel complesso una birra beverina e molto gradevole nonostante una certa complessità, e un progetto di cui sarà interessante seguire l'evolversi.

Sempre parlando di progetti che legano birra e territorio, vale poi la pena citare le quattro che ho provato da Opperbacco. La prima è la Abruxensis al sambuco, una farmhouse ale su base di birra di frumento (Rosciola, una varietà autoctona di grano tenero) rifermentata poi con lieviti da bucce di uve locali. La dolcezza del sambuco conferisce una delicatezza che la rende particolarmente morbida per lo stile soprattutto al palato, smorzando le note acide, rendendola del tutto abbordabile anche a chi fosse nuovo allo stile. Sulla stessa linea si colloca la Iga del progetto Nature uva, su base di mosto al frumento e farro locali con l'aggiunta di mosto di Montepulciano d'Abruzzo. La prima versione, con il 15% di mosto d'uva e sambuco, presenta le stesse note morbide della Abruxensis, pur senza coprire del tutto l'acidulo fruttato del Montepulciano; la seconda invece, con il 25% di mosto e senza sambuco, ne costituisce per così dire la versione più forte e meno edulcorata - pur senza arrivare ad un'acidità pungente e mantenendo una dolcezza fruttata di fondo. Da ultima la Essenza, anch'essa maturata in botte con i lieviti dell'uva, è con l'aggiunta di genziana, timo, frutto della passione, zafferano, dragoncello, caffè e cacao. Mi risulta quasi difficile descrivere una tale complessità sia al naso che al palato, in cui spiccano il frutto della passione prima e l'amaro della genziana in chiusura; senz'altro è molto interessante come sostituto di un amaro a fine pasto, gustandola da sola per cogliere al meglio le innumerevoli sfaccettature.

A chiusura di questo capitolo cito la Beerberry, nuova nata di Birra Gjulia portata a Beer Attraction in anteprima: base di saison con mosto di Pinot nero e fragole di Tortona, mantiene lo stile di base riconoscibile all'aroma per quanto sia la componente fruttata - ben amalgamata tra Pinot e fragole - a fare da padrona. Leggera e gradevole, anche questa senza concessioni a toni acidi più importanti: direi che in generale ho colto una volontà di puntare su fermentazioni spontanee e miste più morbide e accessibili al largo pubblico, complice la crescente popolarità di questi generi.

Mi fermo per ora qui: rimanete sintonizzati per le prossime birre...

Nessun commento:

Posta un commento