
Sicuramente va riconosciuto che quest'ultima birra rappresenta un passo avanti nel percorso di San Giorgio: se la 43, pur essendo definita come apa, ha un po' faticato a trovare la sua fisionomia come tale (data la luppolatura più tendente al "floreal-continentale" che all'americano, e ad una leggera acidità da malto prima della chiusura amara che non sarebbe propria dello stile), e la Otello si pone come "sui generis" tra le stout (dato l'utilizzo del farro e i sentori arrostiti che personalmente ho sempre trovato anche un po' troppo pronunciati), già con la Cjastine si è trovato un equilibrio apprezzabile tra la componente amaro-balsamica del miele di castagno e dell'achillea e quella dolce del malto e del miele stesso; e con la Ripa, oltre ad aggiungere al repertorio uno stile che mancava, ci si è inoltrati nell'insidioso terreno del "fare le cose semplici", cosa che spesso risulta in realtà più complicata rispetto a stupire con aromi e sapori insoliti.
Ultima nota per il locale: per quanto la (comprensibile) folla dell'inaugurazione non mi abbia permesso di apprezzarlo al meglio, apprezzato è stato invece il repertorio di prodotti tipici friulani serviti (dai prosciutti di San Daniele, ai formaggi, ai vini, alle birre artigianali per l'appunto). Una fermata che può certamente risultare gradevole agli appassionati di questo filone dell'enogastronomia di passaggio in centro a Udine.
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